Poesia di Ferraù

IL MIO PIU’ GRANDE POEMA

Io sento che ancora
il mio più grande poema
è quello che non ho scritto.
E intanto nel tormentoso tumulto
dei miei mille pensieri
il mio cuore si scioglie e si disperde
come una goccia di colore, caduta
su l’onde agitate.
Molte cose ho detto
molte cose ho scritto e cantato,
eppure il peso è cresciuto
dentro di me:
c’è qualcosa che non esce mai fuori,
che non può uscire giammai
dal fondo dell’anima mia.
Dalla bocca del fiore si sprigionano
i segreti della Natura,
dalle bocche dei vulcani
le fiamme della terra;
dal mio cuore squarciato
non escono invece che rotte parole:
un grido un lamento un sospiro,
poi nulla…
E’ un nulla quello che dissi,
un nulla quello che dico,
un nulla quello che dirò,
davanti a quel tutto che io sento!
Io sono lo scrigno serrato
d’un grande sublime tesoro
ch’io stesso sconosco.
Il mio più grande poema
è qui, sol qui dentro,
né può diventare mai pagina
mai voce, mai suono.
Le cose che si possono dire
misurare definire
nel breve perimetro chiuso
della carta della frase o del verbo,
per ciò stesso non valgono:
non hanno scintilla divina
né spasimo d’infinito.
Il nostro inesprimibile
è soltanto quello che possiede
di vero poetico e di vero sublime
la vita:
ma poi nulla è sublime
se può diventare parola.
No.
La mia vera poesia non è quella
che su mille carte inchiostrate
io sparsi per il mondo.
Ma è quella che il cuore,
autore senza editore,
conserva ancora, sacra di silenzi
e di misteri
nella sua chiusa inedita bellezza
come il corallo nell’abisso:
è quella che rimase
eterna preghiera
nel tormento
del mio eterno inespresso.